Proteggere lo scaldabagno a gas con i controlli obbligatori
Quando si parla di sicurezza, efficienza e conformità, è naturale chiedersi cosa preveda la legge sullo scaldabagno a gas e i controlli obbligatori. Non si tratta solo di “mettere a posto i documenti”, ma di assicurare un impianto che funzioni bene nel tempo, consumi il giusto e non esponga a rischi inutili.
In questo articolo, quindi, vedremo quali verifiche rientrano nell’obbligo e con quale frequenza programmare gli interventi, così da gestire il tuo scaldabagno con serenità.
Ecco tutte le verifiche obbligatorie e ogni quanto farle
Quando si parla di “obblighi di legge”, in realtà, bisogna sapere che gli scaldabagni a gas ricadono nel Regolamento (UE) 2016/426 sugli apparecchi a gas: il prodotto immesso sul mercato deve essere conforme (marcatura CE, requisiti essenziali di sicurezza e uso razionale dell’energia). Inoltre, deve essere assicurato il rispetto delle condizioni tecniche di sicurezza del sistema gas secondo le UNI 7129 durante l’installazione, che deve essere a regola d’arte (D.M. 37/2008) e per cui è, quindi, necessario un tecnico esperto.
Non c’è, quindi, un obbligo di legge per gli interventi, poiché gli scaldabagni a gas non rientrano negli “impianti termici” del D.P.R. 74/2013, poiché sono destinati alla sola produzione di acqua calda sanitaria.
Tuttavia, per mantenere alte le performance dei dispositivi, è consigliato seguire le indicazioni presenti sul libretto d’uso e manutenzione del costruttore, che prevedono, solitamente, almeno un controllo all’anno, in cui vengono verificati:
- L’accensione e la presenza fiamma. Il tecnico controlla l’accensione elettronica, gli elettrodi e il sensore di ionizzazione, per essere sicuro che la fiamma si stabilizzi correttamente senza spegnimenti.
- La regolazione e stabilità della temperatura. Viene verificata la modulazione della fiamma in funzione della portata, la risposta della sonda NTC sanitaria e l’effettiva stabilità della temperatura all’uso.
- Il circuito dell’acqua sanitaria e la filtrazione. Si ispezionano filtro d’ingresso, flussostato/flussimetro, guarnizioni e giunti; si accerta l’assenza di perdite e di ostruzioni che riducano la portata.
- Lo scambiatore lato sanitario. Si verifica lo stato dello scambiatore e, se necessario, si esegue pulizia anticalcare per ripristinare lo scambio termico e ridurre i tempi di riscaldamento.
- L’espulsione dei fumi e la ventilazione (se presenti). Per modelli a camera stagna e a tiraggio forzato si controllano ventilatore e condotti coassiali (integrità, pendenze, terminale libero); per i rari modelli a camera aperta consentiti si verifica l’aerazione del locale secondo le prescrizioni.
- Il circuito gas e la sua tenuta. Il professionista procede alla verifica di collegamenti, valvola gas, tubazioni e guarnizioni, inoltre, ove previsto, si esegue una prova di tenuta lato gas.
- Varie verifiche di combustione dove richieste dal costruttore. In base al modello, potrebbe essere necessario controllare i parametri di combustione per confermare un funzionamento sicuro e regolare.
Infine, l’impresa abilitata (D.M. 37/2008) rilascia la Dichiarazione di Conformità (Di.Co.) dell’impianto e consegna le istruzioni d’uso/manutenzione. La Di.Co. è il documento chiave da conservare insieme ai rapporti di manutenzione previsti dal costruttore.
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